L'Impugnativa di Licenziamento: Uno Strumento di Tutela per il Lavoratore
7/22/20241 min read
L'impugnativa di Licenziamento
L'impugnativa di un licenziamento del lavoratore è un atto formale proprio del lavoratore attraverso il quale il dipendente contesta la legittimità del licenziamento comminatogli dal datore di lavoro. Nell’impugnativa di licenziamento si comunica che il provvedimento adottato dal datore di lavoro sia illegittimo, discriminatorio o contra legem.
Il lavoratore deve, pena decadenza, impugnare il licenziamento entro il termine perentorio di 60 giorni dal momento in cui gli è stato intimato il licenziamento. Il termine decorre dal giorno in cui la comunicazione sia pervenuta al lavoratore qualunque ne sia la forma: scritta ovvero verbale.
Cosa bisogna fare per impugnare il licenziamento? Il lavoratore deve inviare una comunicazione scritta a mezzo raccomandata o PEC al datore di lavoro comunicando l'illegittimità e l’inefficacia del recesso. Il documento deve essere sottoscritto personalmente dal lavoratore. Una volta impugnato il licenziamento, il lavoratore ha 180 giorni per depositare un ricorso giudiziale. Il termine decorre dal giorno in cui è stata inviata l’impugnativa di licenziamento al datore di lavoro.
Qualora il lavoratore non dovesse impugnare il licenziamento entro i summenzionati 60 giorni, ovvero depositare un ricorso in Tribunale entro il termine di 180 giorni, perderà il diritto di ottenere una pronuncia giudiziale volta a tutelare le proprie ragioni.
Per tale motivo, è importante recarsi immediatamente da un avvocato al fine di farsi assistere in questa fase precontenziosa estremamente delicata e insidiosa.