UTILIZZABILITÀ DI WHATSAPP A FINI PROCESSUALI E PROBATORI
Usare WhatsApp come prova in Tribunale sia per i procedimenti civili che penali. Quali sono gli ultimi orientamenti e le ultime sentenze della Cassazione.
DIRITTO DEL LAVORODIRITTO CIVILE
Avv. Fabrizio Gentili
4/27/2025
Nel panorama giuridico contemporaneo, vista l’enorme evoluzione dei mezzi di comunicazione, l'utilizzo delle comunicazioni digitali rappresenta un tema centrale, soprattutto in relazione alla loro valenza probatoria in sede processuale. Tra i mezzi di comunicazione più diffusi, WhatsApp riveste un ruolo di primo piano grazie alla sua capacità di registrare conversazioni che possono assumere rilievo giuridico. La domanda che viene posta spesso dai clienti che intraprendono una causa è la seguente: “ma i messaggi WhatsApp possano essere utilizzati come prova nel processo civile e penale?”
Validità dei messaggi WhatsApp nel processo
I messaggi WhatsApp sono considerati dalla giurisprudenza come riproduzioni informatiche idonee a costituire prova dei fatti e delle dichiarazioni in essi contenuti, ai sensi dell'art. 2712 c.c. Tuttavia, la parte contro cui sono prodotti può disconoscerne la conformità o contestarne l'autenticità. Cass. civ., Sez. II, n. 19155/2019: «I messaggi WhatsApp, o in genere i documenti elettronici quali SMS ed e-mail, possono essere liberamente valutati dal giudice come prova atipica, a condizione che non siano oggetto di specifico disconoscimento.»
Modalità di contestazione
La parte che intende contestare la validità dei messaggi deve procedere al disconoscimento ex art. 2719 c.c., attraverso una dichiarazione chiara e tempestiva. In mancanza, il giudice può considerarli prova piena.
Prova di un rapporto di lavoro o di fatti specifici
Le chat WhatsApp possono costituire prova di un rapporto di lavoro subordinato o di fatti specifici. La Corte di Cassazione, con ordinanza n. 1254 del 18 gennaio 2025 ha ribadito che le conversazioni WhatsApp costituiscono prova documentale e, pertanto, possono essere legittimamente acquisiti nel processo. Conseguenza di tale principio è che la valenza accordata a tali scritti è la medesima di una prova documentale.
Per esempio, le conversazioni ove emerge chiaramente la sussistenza di un rapporto di lavoro non formalizzato (c.d. a nero) possono costituire prova sufficiente dell'esistenza di un rapporto di lavoro subordinato. Analogamente, i messaggi possono provare debiti, accordi, inadempimenti, revoche o modifiche contrattuali.
Le medesime considerazioni possono essere eseguite nel processo penale; conseguenza di ciò, è che i messaggi WhatsApp avranno un peso rilevante nella formazione del libero convincimento del magistrato chiamato a decidere sul caso specifico.
Da un punto di vista tecnico è bene conservare sempre un backup dei messaggi, magari su qualche piattaforma cloud, onde evitare la perdita delle informazioni in caso di smarrimento del dispositivo cellulare o distruzione dello stesso. Inoltre, è consigliato mettere a disposizione il dispositivo, in caso di contestazioni, al fine di poterlo sottoporre a perizia forense e verificare la veridicità dei contenuti. Un consiglio, fate attenzione a quello che scrivete su WhatsApp e fate sempre i backup!